La ricerca del consenso

L’altra sera, nel corso di un incontro pubblico, ho avuto la percezione di come alcuni partecipanti, collocabili – credo – in una area politico-culturale di sinistra e progressista (?), abbiano vissuto con fastidio la necessità, affermata da uno dei relatori, della ricerca del consenso per diventare forza di maggioranza e di governo.

Ora, possiamo discutere su come costruire e guadagnarci, noi, forze progressiste e di (centro)sinistra, il consenso, ma che addirittura ci si infastidisca e si contesti la sua necessità in un paese, mi si passi il piccolo dettaglio, ancora democratico come il nostro, beh, mi sembra francamente inverosimile.

Mi viene però qualche dubbio cattivello: che non si voglia continuare a fare, nella migliore delle ipotesi, testimonianza, casomai dei bei tempi che furono? o che non si pensi, nella peggiore delle ipotesi, di poter diventare maggioranza in virtù di una presunta superiorità etica, culturale e politica delle elites che dovrebbero riportare sulla retta via il popolo bue?

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Commenti

  • karasciò  Il 02/28/2011 alle 3:52 PM

    D’accordo sul popolo bue.

  • Champ  Il 02/28/2011 alle 9:42 PM

    la sinistra ha sempre ragionato così: se non mi voti sei un cretino

  • karasciò  Il 03/01/2011 alle 3:30 PM

    E i fatti ci stanno dando ragione.

  • IVANA  Il 03/01/2011 alle 8:34 PM

    “Le barricate in piazza le fai per conto della borghesia che crea falsi miti di progresso” cantava battiato..
    A parte gli scherzi, credo che l’allargamento del consenso per la sinistra italiana non sia neanche l’attuale primaria necessità. Sarebbe già “tanto” mantenere unito il consenso che c’è, perchè c’è, di tanti cittadini su temi fondamentali su cui tutto lo schieramento di centro sinistra potrebbe facilmente concordare. Dal tema della legalità (perfino FLI rientrebbe),al conflitto d’interssi (vedi pluralismo dell’informazione) alle energie rinnovabili (no al nucleare), alla tassazione delle rendite finanziarie, alla sanità sganciata dalle nomine politiche, al testamento biologico, e potrei continuare, si potrebbe riunire un largo consenso e addirittura recuperare tanto astensionismo. Ma le segreterie di partito non ci sentono, ognuno a coltivare il suo orticello sempre più piccolo. Troppi personalismi, troppa gente in cerca di visibilità.

  • Alberto Accorsi  Il 03/01/2011 alle 10:24 PM

    Il tema del consenso è senza dubbio centrale per qualsiasi progetto politico prima, durante e dopo Gramsci.Il popolo di cui facciamo parte pare sia stato sia “popolo bue “ che “ vox dei” dipende da chi giudica e da come si giudicano certe fasi storiche.Chi considera la sua voce come “vox dei” non ha altro da fare che “cavalcare la tigre”contribuire cioè alla sua organizzazione ,al dispiegamento e alla piena espressione delle sue potenzialità.Di fronte al “popolo bue” possono sussistere due atteggiamenti (che possono influenzare anche, rispettivamente, la sinistra,e il centro-sinistra):la “testimonianza” e il “panem et circenses”.La “testimonianza” si oppone frontalmente,anche a costo di isolarsi al “popolo bue”,il panem et circenses” punta al contrario al plagio all’accondiscendenza verso le esigenze popolari più o meno indotte ,è l’ottica del marketing : “il cliente” ha sempre ragione.Personalmente penso che una posizione riformatrice dovrebbe saper introdurre forti elementi di tensione nell’attuale situazione sociale ed economica .In nome di due sole questioni,il lavoro e la democrazia.Il resto è marginale.Occorre allora, perlomeno in questa situazione, avere il coraggio della testimonianza senza attendersi il premio di un consenso immediato?

    • paolosciurba  Il 03/02/2011 alle 10:21 am

      non pensi che ci siano un pò troppe semplificazioni nel tuo ragionamento (popolo bue vs vox dei, testimonianza vs panem et circenses)? la realtà mi sembra molto più complessa.
      e comunque tu parli, appunto, di testimonianza. io credo invece che 20 anni (con qualche interruzione) di testimonianza siano un pò troppi!

  • IVANA  Il 03/02/2011 alle 11:58 am

    infatti alludevo alla maggioranza nel paese.

    • paolosciurba  Il 03/02/2011 alle 12:14 PM

      maggioranza anti b nel paese (forse), che è cosa diversa da maggioranza su un progetto condiviso che trasformi questa possibile maggioranza “sociale” in maggioranza di governo. e per questo il consenso è necessario.

      • IVANA  Il 03/02/2011 alle 12:36 PM

        mi spiego meglio.
        secondo me non mancano i temi, anzi abbondano, e non manca il consenso su questi temi. Manca piuttosto la capacità della classe dirigente a sinistra di appropiarsene: causa troppa autoreferenzialità, troppo personalismo, troppi str….!
        Per dirla tutta io sarei per il partito unico della sinistra.
        tanto per onestà ti dirò che spesso sento molto più vicino un Granata o un Bocchino rispetto a un Veltroni o Fioroni o Gentiloni o altri. Non è la sigla che crea consenso, sono i temi trattati e la chiarezza con cui li si tratta.

  • karasciò  Il 03/02/2011 alle 1:02 PM

    Ivana, Ritorno da anni vissuti su marte, senza tv e giornali? Come sarebbe a dire un partito unico della sinistra con dentro Granata e Bocchino? Mi spieghi un po’?

  • IVANA  Il 03/02/2011 alle 2:22 PM

    intendevo dire che ci sono temi talmente forti e condivisi nel paese, temi che scavalcano destra e sinistra, che se si facesse uno sforzo di unità programmatica convoglierebbero un enorme consenso che già c’é. Per questo ti ho citato Granata e Bocchino, perchè sul tema per esempio della legalità dicono esattamente quello che io, come penso molti altri, vogliono sentir dire e lo dicono più chiaramente di tanta gente del “mio” schieramento. Ti faccio un altro esempio: alla manifestazione del 13/2 l’intervento della Perina è stato applauditissimo; a nessuno gliene fregato niente che si trattasse di una ex-an. Le regole del gioco vengono prima del gioco.

    Altro discorso è quello del partito unico a sinistra: ognuno (soprattutto nel PD) si sente autorizzato a dire la sua (pensa al dopo Pisapia a Milano) allora facciamo che si sta tutti insieme e quando c’è da prendere una decisione si vota e quello che decide la maggioranza del partito rappresente la linea.

    • karasciò  Il 03/02/2011 alle 3:10 PM

      E quindi Ivana intendi un partito non di sinistra, ma trasversale? Il problema è che un partito così è unito su uno, due argomenti, ma prima o poi tornerà a contrapporsi. Non è un problema di Granata e Bocchino, anche con Bertinotti e Pecoraro era la stessa cosa. Anche un PD che dovesse ottenere un 51% di voti (sono stato su marte troppo tempo…) prima o dopo si sfascerebbe. O c’è una forte leadership o sono guai. Non credi?

  • IVANA  Il 03/02/2011 alle 4:33 PM

    ciao paolo,
    il mio auspicio sarebbe:
    una maggioranza parlamentare trasversale che cambi la legge elettorale di modo che gli eletti siano espressione dei votanti e non delle segreterie e che riformi la legge sul pluralismo dell’informazione. Poi al voto, ognuno nel suo posto.

    Ma i numeri non ci sono (scillipoti insegna). Dunque l’unica strada che vedo è una federazione di tutti i partiti di centro sinistra (il partito unico) – pd, sel, idv, rifondazione, socialisti di bobo craxi, etc., e chi ci vuole stare ci sta – che si coalizzi intorno a quella serie di temi che ti elencavo. La leadership forte a sinistra discende dalla forza del programma (una donna sarebbe più credibile. Se vai a guardare il sondaggio su Repubblica e sul Corriere su Bindi leader, troverai percentuali bulgare). Torno a ripetere: si può fare, ma qualcuno deve imparare a chiudersi la bocca quando ha davanti un microfono.

  • IVANA  Il 03/02/2011 alle 6:41 PM

    scusa karasciò, pensavo fossi paolo, ma rispondevo a te.

  • karasciò  Il 03/02/2011 alle 7:40 PM

    Si Ivana, avevo intuito, solo che al leggere il nome che segue Bobo m’ha preso una botta di orticaria.
    Se la questione fosse aggregare forze politiche attenzione perchè si rischia di creare un organismo talmente variegato che poi sarà difficile manovrare ed ogni giorno ci sarà da mediare tra le varie “anime” (più o meno candide). Così è morto il governo Prodi.
    Invece è tempo di imporre una rotta più chiara e obiettivi più sensibili alla gente di sx. I sondaggi dicono che c’è un bacino elettorale nell’astensione/indecisione che ci può far vincere. Se solo ci fosse un leader in grado di smuoverlo!

  • Alberto Accorsi  Il 03/02/2011 alle 10:35 PM

    L’agire politico richiede semplificazioni.Non si puo non rilevare l’efficacia politica di semplificazioni quali “sono sceso in politica per evitare che governassero i comunisti”oppure “Padania libera”.E d’altra parte l’invocazione di una forte leadership (anche da sinistra)evidenzia una volontà “semplificatrice”.La “teoria della complessità” è l’approccio indispensabile per lo studio dei problemi ma in qualche modo occorre uscirne se si desidera mettere in moto il pensiero e l’azione politica.Quelle che strumentalmente ho utilizzato nella mia schematica impostazione(“popolo bue”Vs “vox dei,”testimonianza”Vs “panem et circenses”) potranno essere sbagliate ma non condannabili in quanto semplificazioni. Veniamo al nodo politico.La mia perplessità riguarda la cultura di governo con cui si è andati a capo del paese durante quelle che tu chiami interruzioni che potevano essere ma non lo sono state una occasione per far cessare il dominio della destra.E’ il tema della discontinuità e delle differenze tra l’uno e l’altro schieramento.Ma ritornando al tema del consenso io penso che le scelte reputate giuste vadano perseguite al di là del consenso immediato che possono riscuotere,al di là dei risultati dei sondaggi.Le cose giuste vanno fatte a costo di essere i soli a farle.In questo senso non sottovaluto il valore della cosiddetta testimonianza .

    • paolosciurba  Il 03/03/2011 alle 10:31 PM

      Nessuna condanna da parte mia delle semplificazioni, anche se io preferisco parlare di capacità di sintesi di cose comunque complesse.
      Nessuna sottovalutazione della testimonianza.
      Resta però il problema: le cose giuste che vanno fatte, e, per farle, che ci piaccia o no, in democrazia c’è bisogno di consenso. Altrimenti non si fanno e altri fanno le cose sbagliate (perdonami la banalizzazione).

  • karasciò  Il 03/02/2011 alle 10:51 PM

    Quali sono le cose giuste? (Chi decide quali sono quelle giuste?). Mi sembra un ragionamento in astratto dimenticando che giusto/sbagliato è una contrapposizione che spesso riguarda anche uno stesso schieramento. L’amnistia Prodi magari era una giusta soluzione al problema, ma era meglio non farlo. Tante cose giuste sono impopolari. Non farle è sbagliato, farle ti condanna all’opposizione permanente.

  • IVANA  Il 03/03/2011 alle 3:04 PM

    visto che si parla di leadership, chi vi piacerebbe? non dico chi pensate possa risultare più vincente, dico proprio chi vi piacerebbe.

  • karasciò  Il 03/03/2011 alle 3:16 PM

    MELANDRI. Vincente e piacente.

  • IVANA  Il 03/03/2011 alle 6:05 PM

    io ne ho più d’uno:
    vendola, bindi, finocchiaro.
    meno conosciuti:
    il sindaco di Bari (Emilano, ex magistrato)
    la pezzopane (ex presidente provincia dell’acquila)
    fuori dello schieramento di centro sinistra:
    tabacci
    granata

    insomma di gente degna e capace ce n’è tanta.
    resistere, resistere, resistere

    Karasciò, la melandri ne ha di cose da farsi perdonare.

  • IVANA  Il 03/03/2011 alle 6:11 PM

    scusate, ho sbagliato a scrivere: l’aquila

  • karasciò  Il 03/03/2011 alle 7:02 PM

    I cerco un leader, non uno con il passato immacolato, perchè vorrebbe dire avere un passato insignificante. Se non hai commesso mai errori politici è perchè non hai mai fatto politica, se sei vergine e martire significa che non hai leadership. Insomma uno con le palle! (Granata leader del csx???)

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